Sei curioso e vuoi sapere qual è stato il percorso che mi ha permesso di arrivare a realizzare il mio sogno?

Qui di seguito ho raccolto una ‘collezione’ di fatti della mia vita.

Leggi la mia storia…

Un inizio pionieristico

Terminato il liceo classico, superai il test di ammissione all’ISEF di Torino (ora SUISM) ed iniziai l’attività professionale (che andava di pari passo con la carriera di studi) con la ginnastica posturale.

Verso la fine del 1984 inoltre, diventai insegnante di Yoga, disciplina allora non così diffusa in Italia.

Nell’ottobre del medesimo anno ebbi la fortuna di essere selezionato per svolgere il tirocinio sia nell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino, sia in uno dei Centri all’epoca più rinomati della medesima città, nello specifico ambito della ginnastica posturale e della rieducazione funzionale.

All’epoca la ginnastica correttiva e la ginnastica posturale erano davvero agli esordi, non solo in Italia ma anche in Paesi all’avanguardia come la Svizzera e la Francia: erano tempi pionieristici!

I primi successi professionali

Nel 1986 mi recai, con alcuni medici del Centro in cui lavoravo, presso l’ospedale di Zurigo per tenere una lezione di ginnastica propriocettiva. Sono passati tanti anni da allora: quello fu il primo corso che tenni in qualità di docente e lo porterò sempre nel cuore.

Per diversi anni quindi, all’incirca fino al 1990, mi sono concentrato sul settore specifico della rieducazione, esplorando metodi specifici come il Metodo Mézières, Souchard, Rolfing e Feldenkrais, ma anche nutrendo un interesse sempre crescente verso le metodologie del Pilates e dello Yoga.

Gli anni del Fitness e della Laurea


All’inizio degli anni ’90, la moda del Fitness in arrivo dagli Stati Uniti aveva contagiato anche l’Italia, e per riuscire a guadagnare qualche soldino in più, incominciai a lavorare anche come istruttore, tenendo lezioni musicali in palestra.

Erano anni spensierati, e li ricordo con nostalgia, ma la mia vera passione restava l’auto-educazione attraverso il movimento e trovai un solido riferimento nello studio di diversi testi dedicati al Metodo Feldenkrais, che lessi con piacere e vivo interesse: il mio percorso si stava delineando…

LaureaSempre nel 1990, l’ISEF di Torino fece una convenzione con l’Università Claude Bernard di Lione per poter conseguire la laurea in Educazione Fisica e così sfruttai questa importante opportunità: sono uno dei primi laureati in Educazione Fisica in Italia!

Il mio primo centro polifunzionale!

Dopo la laurea, cominciai a lavorare a Savigliano (CN), dove aprii con grande soddisfazione il mio primo centro polifunzionale, in cui mi occupavo di benessere a 360 gradi.

Il centro era molto grande per quei tempi (parliamo di 1500 mq) ed avevo personale che si occupava di ginnastica correttiva, di pesistica, di recupero funzionale e di osteopatia.

Per poco non ci infilai anche un dentista ed un oculista!

Guardando indietro ora, mi rendo conto di come già allora ero interessato ad un lavoro sul disagio fisico e sulla postura ‘diverso’ da quelli soliti, naturalmente con le limitazioni imposte dagli strumenti del tempo.

Un incontro che cambiò la mia vita

Come spesso accade nella vita, improvvisamente capitò un evento che sconvolse la routine.

Nel 1999 accompagnai un mio paziente, che accusava un forte mal di schiena, da un prete ortodosso famoso per essere un terapeuta alternativo in un monastero vicino a Savigliano. Il prete si chiamava Padre Gabriele.

Ebbi la fortuna di potere parlare un po’ con lui mentre trattava il mio Paziente con tecnica chiropratica (imparata negli Stati Uniti) e ad un certo punto mi disse una frase del tipo:

“Figliuolo, stai sprecando tempo, vieni da me che ti insegno ad usare le mani”.

Così feci.

In realtà i primi periodi ho solo raccolto legna poiché in inverno ci scaldavamo

Trattamento chiropraticocon la stufa, ma questo è un dettaglio… e così dopo qualche anno di speciale tirocinio accanto a

Padre Gabriele, questi mi ha “benedetto” dicendomi che ero pronto.

Anni indimenticabili dove tutto era nuovo e non finivo mai di stupirmi del potere e dell’efficacia di questa tecnica innovativa.

Nello stesso periodo frequentai una scuola chiropratica in Italia (una scuola del tutto privata, nella speranza di un qualche riconoscimento legale che, contrariamente alle aspettative, non arrivò mai). 

I docenti erano fisioterapisti/chiropratici che a confronto con Padre Gabriele avrei potuto definire simpaticamente ‘dilettanti allo sbaraglio’…

Da allenatore a terapista

Decisi successivamente di iscrivermi al Corso di Massofisioterapia, conseguendo il diploma triennale.

Nel frattempo, aprii il mio secondo centro, un centro massofisioterapico, questa volta a Torino, continuando a lavorare in entrambe le strutture.

Ma di nuovo, un incontro significativo contribuì ad arricchire il mio percorso…

Nel 2000 conobbi una signora per così dire “un po’ datata”, ex insegnante di Pilates, che mi consigliò di inserire nel mio centro i macchinari specifici per eseguire il cosiddetto metodo Pilates; con il suo aiuto utilizzai tali macchinari e mi convinsi immediatamente della loro potenziale efficacia.

Per approfondire il metodo Pilates con i macchinari mi trasferii a Milano, dove frequentai un corso molto quotato, guidato dall’allora unica insegnante di tale particolare disciplina del nord Italia.

La nascita del ‘Clinical Pilates – Metodo Marco Ciervo’

Trovavo il metodo affascinante e valido, ma la macchina su cui lavoravo non mi soddisfava pienamente: applicando tutto il bagaglio di conoscenze e di studio, nel giro di un anno progettai e realizzai il mio primo macchinario Pilates, a cui diedi orgogliosamente lo stesso nome di mia figlia: Virginia.

Clinical Pilates - VIrginia

Ho così codificato e brevettato un vero e proprio sistema innovativo nell’esecuzione del Pilates, che ho chiamato Clinical Pilates metodo Marco Ciervo.

Da allora lavoro con questo sistema, modificandolo, rielaborandolo, aggiornandolo e perfezionandolo continuamente.

L’importanza di tramandare il proprio sapere e formare i giovani professionisti

Fin dall’inizio del mio percorso come professionista, ho sempre ritenuto importante dedicare parte del mio tempo alla formazione dei giovani terapisti.

Così, nel 2010 decisi di fondare il primo Corso di Osteopatia dello Sport, un Corso biennale con relativo diploma, in cui operavo in qualità di Direttore Scientifico.

Nel 2013 fu poi la volta della Scuola di Osteopatia denominata CEOT (Collegio Europeo Osteopatia Tradizionale) che vide i primi diplomati nel 2017.

Le difficoltà hanno tirato fuori il meglio di me

Se puro ricco di traguardi importanti e di soddisfazioni personali, tutto questo percorso non è stato privo di ostacoli e di grandi difficoltà, che però di fatto, nel bene e nel male hanno contribuito a plasmare la mia crescita sia umana che professionale.

Un punto di svolta è stato sicuramente l’anno 2000, anno in cui persi mio padre, per me figura fondamentale di riferimento; tra noi non c’era bisogno di molte parole poiché bastava uno sguardo o un cenno del capo per capirci.

Ricordo quel periodo terribile, in cui mi sentivo nel vortice di un vuoto assoluto.

Da quell’anno ho ripreso con regolarità la pratica dello yoga, compresa la meditazione mattutina.

Meditazione yoga

Un nuovo percorso

Sempre di più, a forza di studiare e conoscere nuove discipline, mi convincevo che i metodi curativi in uso tendevano a interpretare il corpo umano e i suoi disagi a compartimenti stagni, cercando di alleviare i dolori fisici e trascurando quasi sempre le concause legate al malessere della psiche.

Mi misi alla ricerca di un approccio che lavorasse sui blocchi fisici ed emotivi in maniera globale, che si rivolgesse a corpo e mente dando loro eguale importanza.

Chiamai questo mio nuovo approccio Osteosistema Biodinamico (che poi negli anni – implementato da nuove tecniche e perfezionato – è diventato il Sistema M.E.S.O., ovvero la Manipolazione Energetica Somato-Olfattiva), che insieme ai percorsi personalizzati di Yoga e al Clinical Pilates fa tuttora parte del mio modo di intervenire su ogni paziente – ma forse dovrei dire piuttosto su ogni  “persona” – che viene a chiedere il mio aiuto terapeutico.

Su questo si basa il mio concetto di terapia globale mirata alla cura della persona nel suo complesso.

Il Counseling Filosofico e l’Antropologia EsistenzialeSimbolo Counseling

In perfetta sintonia con tale pensiero, nel corso del 2016 la vita professionale mi portò a conoscere il Counseling, e dopo aver frequentato lo specifico corso di formazione ed aver superato l’esame da counselor, ho cominciato a vedere me stesso più come un “facilitatore biodinamico” che usa le mani e – soprattutto – si affida a ciò che suggerisce il cuore.

I successivi studi di Filosofia e antropologia esistenziale mi hanno poi regalato un diverso approccio al Counseling che si si può definire Counseling Filosofico, e che è quello che adotto a tutt’oggi con le persone che seguo in questa pratica. Sono felice accompagnarle attraverso fasi particolarmente delicate delle loro vita, in un continuo scambio dialettico e confronto profondo, per regalare loro nuove prospettive.

La ‘Yanu Yoga di Marco Ciervo’

E arrivato a questo punto del mio percorso, ho sentito la necessità di mettere tutto insieme, far convergere le strade che per un pò avevano seguito percorsi paralleli e riunirle sotto lo stesso tetto, poiché tutte miravano allo stesso obiettivo: il benessere della persona, a 360°.

Ho chiesto l’aiuto e l’assistenza di molti collaboratori specializzati, perché mi piace il lavoro di squadra, e ne è scaturita la nuova essenza del centro in cui oggi operiamo.

Agli inizi della mia formazione, non prevedevo di passare la vita ad analizzare l’uomo e a studiare come aiutarlo a superare la malattia: in questa direzione mi ha orientato una misteriosa congiunzione di caso e di necessità interiore, ma sono felice di poter rispondere, a chi mi chiede cosa faccio nella vita, che per mestiere – e per vocazione – aiuto le persone a ritrovare benessere e gioia di vivere, con ogni mezzo che mi è stato dato.

Marco C.

Mi hai seguito fino qui? Vuoi sapere qualche notizia più dettagliata sul mio percorso professionale? Vai al mio Curriculum.